Un parco divertimenti e persino un acquario in un palazzo
Ottavo giorno e ancora così tante cose da vedere!
Oggi si parte per Ikebukuro, un quartiere commerciale a metà strada tra Shinjuku e Ueno, poi nel pomeriggio ci dirigeremo ad Odaiba, un’isola artificiale nella baia di Tokyo specializzata nell’intrattenimento e sede del Gundam cafè al cui esterno possiamo trovare il gigantesco Gundam in scala 1:1!
Arrivati ad Ikebukuro, facciamo subito tappa per vedere un negozietto interamente dedicato ai Kit Kat, dolcetto di cui in Giappone sono particolarmente legati dal fatto che “kitto katto” suona come “kitto katsu”, ossia “Avrai sicuramente successo”; da qui, la superstizione che donare un KitKat ai figli prima degli esami aiuti la buona sorte e faccia superare brillantemente il test.
Il negozio è piccolo, ma la fila è tanta (prosegue persino davanti alla vetrina) e mentre scorriamo verso la cassa possiamo vedere alcune tappe nella storia di questo prodotto dolciario, come ad esempio le vecchie confezioni di oltre 60 anni fa.

Arrivati alla cassa, scegliamo qualche gusto assurdo e introvabile da assaggiare: peperoncino, chessecake ai frutti di bosco, una versione col biscotto all’esterno e il cioccolato all’interno e persino una confezione di KitKat Excellence, realizzata solo per questo negozio e in tiratura giornaliera limitata.
Non è ancora il momento di mangiare questi deliziosi e rari snack, bisogna prima pranzare, e guarda caso nello stesso palazzo c’è anche un piano dedicato interamente ai ristoranti, la nostra prossima tappa.
In Giappone non è raro trovare negozi di cibo ai piani bassi degli edifici (a volte anche frutta, verdura e pesce fresco, come al mercato) e ristoranti ai piani poco sopra, che approfittano proprio di questa vicinanza con i fornitori per procurarsi sempre cibi freschi di giornata.
Puntiamo ad un ristorante di Okonomiyaki, piatto detto anche “pizza di Osaka”, quasi indescrivibile: un mix di ingredienti, variabile da zona a zona del Giappone (ma anche da ristorante a ristorante se non addirittura da ordinazione a ordinazione) ma che solitamente comprende foglie di cavolo, acqua, farina più una serie di personalizzazioni viene mischiato fino a renderlo omogeneo, poi versato su una piastra che solitamente si trova direttamente sul tavolo di chi mangerà fino ad ultimare la cottura e infine tagliato e mangiato. Okonomiyaki significa appunto “Quel che vuoi” (Okonomi) “alla piastra” (yaki).
Noi abbiamo assaggiato un okonomiyaki mix, che comprendeva yakisoba (gli “spaghetti” giapponesi), maiale, polipo, gamberetti e chissà quante altre prelibatezze, ed era veramente delizioso nonchè abbondantissimo.

Sazi e soddisfatti, ci dirigiamo verso il Sunshine 60, il più famoso palazzo del quartiere, e che fino al 1985 è stato l’edificio più alto di tutta l’Asia (fino al 1991 il più alto di Tokyo, prima che completassero il Tokyo metropolitan government building). Il Sunshine 60 ospita un’infinità di negozi ma non è questa la sua particolarità, ciò che lo rende veramente fuori dal comune è l’acquario al suo interno, con tanto di spettacoli di foche e leoni marini, oltre ad ospitare persino un parco tematico: il J-world, la nostra prossima destinazione.
Dal nome forse non è facile intuirlo, ma questo parco è interamente dedicato al mondo Shonen Jump, ed è quindi realizzato ricalcando alcuni dei manga più famosi di questa testata, tra cui Dragon ball, Naruto e One piece. Sebbene occupi solo una parte di un piano del Sunshine 60, contiene 5 attrazioni principali più altre minori e ci ha tenuto impegnati per diverse ore! All’interno si trovano comparse vestite da Rufy, da Naruto e persino da Goku, pronte a mettersi in posa per fare una foto con voi, si possono gustare pietanze dedicate a questi eroi dei fumetti come dolcetti ispirati a Tony Tony Chopper e panini che sembrano cappelli di paglia, mentre dal lato attrazioni potrete cimentarvi nella ricerca delle sfere del drago, godervi un live-action su Kakashi o anche lanciare una Kamehameha contro i cattivoni di Dragon ball!

Terminato il tour del J-world ci dirigiamo verso Odaiba mentre fuori comincia a calare il sole… tutto calcolato, perchè essendo Odaiba un quartiere orientato al divertimento e al relax è più piacevole da visitare a fine giornata, quando la ruota panoramica e il Gundam sono illuminati e la gente del posto va a svagarsi dopo scuola o lavoro.
Per arrivare ad Odaiba il modo migliore è sicuramente prendere la monorotaia da Shimbashi, perchè è la prima linea completamente automatizzata di Tokyo, ossia non c’è nessuno alla guida! Essere a bordo, sedersi dove solitamente dovrebbe esserci un macchinista e vedere questa monorotaia accelerare, frenare e fermarsi ad ogni stazione in modo completamente autonomo ti fa sentire veramente nel futuro.
Arrivati ad Odaiba puntiamo subito al Gundam cafè e ci godiamo lo spettacolo del Gundam all’esterno, illuminati da riflettori, con effetti di luce e fumo, mentre gli altoparlanti riproducono le sigle di questo anime… e c’è persino qualcuno tra il pubblico che le canta come fosse un rituale religioso.

Soddisfatti dallo show, ci dirigiamo a cena, e andiamo nel “Ramen world” poco distante: una serie di ristoranti tutti situati nella stessa area di un edificio che preparano un totale di 50 tipi diversi di ramen in base alle ricette tipiche di ogni parte del Giappone! C’è solo l’imbarazzo della scelta, se lo preferite con o senza brodo, con più carne o con più uova, se siete fan del ramen di Osaka o di quello di Tokyo… bisognerebbe assaggiarli tutti!
Fuori dalle finestre della sala da pranzo possiamo osservare il Rainbow bridge, il ponte che collega Odaiba alla terraferma e che ricorda molto il Golden gate bridge di San Francisco, mentre poco distante vediamo la riproduzione in piccolo della statua della libertà. A che serve andare in giro per il mondo quando con una tappa a Tokyo abbiamo visto 3 tra i monumenti più famosi del mondo?
Mattina e pomeriggio ad Ikebukuro, con visita al Sunshine 60 e il parco dedicato ai manga Shonen Jump, in serata visita al Gundam cafè di Odaiba e cena con vista sul Rainbow bridge