Diario di viaggio: giorno 5
Domenica, giorno di riposo… ma non per chi deve ancora vedere tantissimi quartieri ed ha solo una settimana rimasta!
Anche in Giappone la Domenica è una giornata di funzioni religiose e ci dirigiamo quindi al tempio Meiji per vedere i giapponesi in abito festivo: direzione Harajuku!
Una volta arrivati la prima tappa è il parco che contiene il tempio Meiji, ma non facciamo neanche in tempo ad attraversare la strada che già l’eccentricità del quartiere si fa notare, sotto forma di gruppetto di amici impegnati a girare per le strade della città a bordo di go-kart, e vestiti come i personaggi dell’universo Mario Bros!

Preceduti da una jeep per facilitare il transito, attendono con calma il verde e poi ripartono verso un’altra zona del quartiere, non prima di esserci fatti fotografare dalla miriade di persone intorno all’incrocio.
Dopo il piacevole diversivo torniamo in direzione Meiji e ci addentriamo nel parco, quasi al centro del quale si trova il tempio quindi è anche una bella camminata da fare!

Arrivati all’ingresso del tempio notiamo la prima coppia di sposi intenta a farsi fotografare da professionisti e soprattutto da tanti turisti curiosi (tra cui noi, esatto)!

Entranti nel cortile principale del tempio ci accorgiamo che è in atto un altro matrimonio, ed in effetti si possono tranquillamente trovare 3 o 4 matrimoni in una singola Domenica in questo periodo, ossia allo sbocciare dei ciliegi, nel tempio più importante del Giappone.


Decidiamo di lasciare una traccia del nostro passaggio in questo tempio e prendiamo una tavoletta in legno alla quale affidare i nostri sogni e desideri, che verrà in seguito bruciata dai sacerdoti del tempio insieme a tutte le altre in modo da far arrivare i nostri messaggi agli dei.


Takeshita street
Dopo il tempio è ora di passare a qualcosa di decisamente più profano, ossia Takeshita street, la via pedonale più zeppa di gente, piena di negozi punk, gothic, rock… passando per negozi di vestiti per animali e le immancabili bancarelle di crepe di Harajuku, quelle avvolte a forma di cono e riempite con tutto: fette di torta, gelato, frutta e persino in versione salata con gamberetti e insalata!

Ovviamente non possiamo non fare merenda con una di queste crepe…

Ci diamo un paio di ore di tempo per girare bene questa via, anche perchè il fiume di gente non è facile da navigare, e al termine dello shopping (c’è anche un negozio di 4 piani dove tutto costa 100yen, dalle ciotoline per il cibo alla cavetteria per cellulari) puntiamo verso il quartiere di Roppongi per cena
Roppongi
Essendo tardi, e dovendoci assicurare di non passare la mezzanotte come dei moderni Cenerentoli a causa della chiusura delle metro, non giriamo molto per Roppongi e puntiamo dritti verso il Gonpachi (il locale a cui Tarantino si ispirò per una sequenza di Kill Bill) per mangiare, sapendo che il locale è molto in voga e non sarà facile trovare posto a sedere senza prima fare un po di fila. Ce la caviamo con circa mezz’oretta, neanche tanto male per essere una tavolata da 11 persone che necessita di una saletta privata! Durante l’attesa ci facciamo qualche foto con un paio di geishe che intrattengono gli ospiti all’ingresso vestite e truccate proprio come vuole la tradizione.

Ci fanno accomodare nella nostra saletta dopo esserci tolti le scarpe e procediamo con le ordinazioni, scegliendo da un menù tradotto quanto basta in inglese (e già così è una rarità che denota il pubblico di turisti che questo locale riceve) affidandoci alla fortuna!
Oltre ai piatti, anche i cocktail sono particolari, su tutti un Mojito al sakè e un cocktail alla prugna dal sapore piccante!
